Manifesto del Nazionalismo Bianco:
Capitolo 13, Un ethos vincente

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Parte 14 di 16 (Parte 1 [2], Parte 13 [3], Parte 15 [4])

Il movimento nazionalista bianco è più una sottocultura che un partito politico. È una rete di individui, piattaforme web e organizzazioni. Esiste più online che nel mondo reale. Ci auspichiamo che questa sottocultura dia vita ad un cambiamento politico. Ma prima di riuscire a cambiare il mondo, dobbiamo diventare un movimento in grado di produrre questo cambiamento. Vale quindi la pena chiedersi che tipo di ethos renderebbe la prospettiva di una nostra vittoria più probabile. Ecco alcune semplici regole che possono assicurarci una posizione di vantaggio. Se le seguiamo sistematicamente, renderanno il nostro movimento sempre più forte.

Populismo ed elitismo

Il Nazionalismo bianco è populista, poiché crediamo che un regime possa considerarsi legittimo solo se rappresenta il bene comune di un popolo, ovvero gli interessi dell’intero corpo sociale, e non solo di una parte. Populismo non significa arruffianarsi volgarmente i favori del popolaccio. Questa è una parodia elitista del populismo, che invece rappresenta gli interessi del corpo sociale nella sua interezza.

Il Nazionalismo bianco è anche elitario, poiché il modo migliore per rappresentare gli interessi dell’intero corpo sociale è attraverso un movimento elitario. È necessario attrarre i migliori tra i nostri affinché combattano per tutti.

Ogni società è governata da un’élite. La questione è se questa governa nell’interesse di tutti o solo per il proprio interesse. Al momento, le nazioni bianche sono governate dall’élite più potente e più diabolicamente malvagia della storia umana. Quando Platone e Aristotele formularono un elenco di cattive forme di governo, non si immaginavano nemmeno un regime così malvagio da perseguire la sostituzione della propria popolazione con stranieri. I nostri governanti sono anche incredibilmente degenerati, deliranti e corrotti. Ma in ogni caso è impossibile per noi fronteggiarli sul terreno della pura lotta politica.

Per sconfiggere la nostra attuale élite, i nazionalisti bianchi devono trasformarsi in un’élite ancora più forte. Quindi se riusciamo a portare i migliori dentro al nostro movimento, tutta la nostra gente ne gioverà. Vogliamo reclutare persone sopra la media per intelligenza, educazione, idealismo, altruismo, reddito, gusti e capitale sociale. Non siamo degli snob. Recluteremo i migliori a prescindere dalla loro origine sociale. Ma non vinceremo se imitiamo le bande di skinhead e altri gruppi che reclutano gente sotto la media.

Come possiamo organizzare un movimento che attragga gente sempre migliore — un movimento che raggiunga un livello sempre superiore — e che superi se stesso?

Il primo passo è stabilire e mantenere parametri elevati. In pratica, però, abbiamo una tolleranza quasi infinita nei confronti di persone molto poco valide. Il motivo è comprensibile: le persone con una coscienza razziale sono poche, quindi facciamo tesoro di chiunque si avvicini a noi.

Ma dobbiamo avere una maggiore fiducia nel nostro messaggio: in teoria tutti i bianchi hanno la capacità di sviluppare una coscienza e un orgoglio razziali. Noi siamo semplicemente avanti rispetto alla media. Tuttavia, le persone di qualità non saranno ricettive verso il nostro messaggio, né contribuiranno mai al nostro movimento, se coccoliamo gente poco valida e repellente. Ogni persona inferiore scoraggia cento persone migliori a unirsi alla nostra causa. Di nuovo, sarà più facile costruire un movimento in grado di rappresentare gli interessi della nostra gente se siamo altamente selettivi per quanto riguarda i nostri membri.

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Una volta stabiliti dei parametri elevati per unirsi a noi e dei livelli sotto i quali le persone non possono scendere, dobbiamo pensare a un tetto massimo. Non lo vogliamo. Non vogliamo porre alcun limite superiore all’evoluzione del nostro movimento. Per questo motivo dobbiamo essere diffidenti nei confronti di persone che vogliono presentarsi come leader, perché quelli che amano un po’ troppo assumere il ruolo di capofila vorranno circondarsi da persone inferiori — adulatori e leccapiedi — e proveranno a cacciare elementi veramente superiori che potrebbero voler contestare il loro status. Il miglior materiale umano in termini di leadership è dato da quelli che non cercano seguaci, ma cercano invece persone che sarebbero felici di seguire.

Per fortuna, il movimento nazionalista bianco non è un movimento unificato e gerarchico che ha bisogno di un solo leader. Piuttosto, è una rete di individui e organizzazioni. Ogni organizzazione richiede una gerarchia e dei capofila. Ma il movimento in quanto tale no. Almeno, non ancora. Il rischio di avere un solo leader è che questi potrebbe frenare l’evoluzione del movimento, motivo per il quale è preferibile che la qualità media della gente nel nostro movimento sia molto superiore prima di correre questo rischio.

Nel frattempo, invece di aspettare che si manifestino dei leader, dovremmo creare un movimento in grado di attrarre un leader veramente all’altezza. Trovare una persona del genere è essenzialmente una questione di fortuna. Non è un qualcosa che possiamo controllare. Possiamo però assicurarci che il nostro sia un movimento meritevole di un leader. Quindi, finché non appare un leader, ognuno di noi deve capire cosa può fare per offrire il maggior contributo possibile. Perché se aspettiamo che arrivi un leader prima di iniziare a contribuire alla causa, questo rischia di avere effetti controproducenti. Senza gli sforzi di ognuno di noi, il movimento potrebbe non attrarre mai il tipo di leader che stiamo aspettando.

Semplici cortesie

Una delle più urgenti priorità per il movimento nazionalista bianco è infrangere il tabù riguardo alla politica identitaria bianca. L’unico modo per rovesciare questo tabù è quello di sfidarlo apertamente. Un tabù conserva il suo potere fintantoché le persone lo rifiutano in privato ma non in pubblico. Quindi, per far trionfare il movimento, bisogna avere nazionalisti bianchi espliciti.

Tuttavia, essere un nazionalista bianco esplicito comporta delle serie conseguenze. Si può perdere il lavoro, la famiglia e il proprio capitale sociale. È quindi inevitabile che le prime ondate di nazionalisti bianchi espliciti tenderanno a essere persone che sono psicologicamente eccentriche e che hanno poco da perdere.

Il movimento però non conseguirà mai la vittoria, a meno che non riusciamo ad assicurarci il sostegno di persone che rientrano di più nella media dal punto di vista del loro profilo psicologico, ma che sono al di sopra della media in termini di educazione, reddito, capitale sociale, ecc. Sfortunatamente, queste sono proprio le persone che più hanno da perdere nello schierarsi apertamente con il Nazionalismo bianco.

Quindi, se vogliamo che il nostro movimento diventi abbastanza potente da vincere, dobbiamo fare spazio anche ad agenti segreti che possono contribuire al movimento in modo surrettizio, senza rovinare la propria vita normale. Il movimento sarebbe più debole, non più forte, se tutti quelli in una posizione vulnerabile esponessero le proprie idee, permettendo al sistema di distruggerli. Se vogliamo portare persone di questo tipo nel movimento, dobbiamo rispettare il loro desiderio di privacy, seguendo due semplici regole:

  1. A ogni individuo deve essere permesso di stabilire quanto, e quanto esplicitamente, desidera essere coinvolto.
  2. Tutti gli altri devono rispettare questa decisione.

Il primo principio riconosce che in ultima analisi ogni persona è responsabile per la propria sicurezza e privacy. In rete, così come nella vita reale, è inevitabile imbattersi sia in nemici infiltrati, sia in individui sinceri ma svitati. Entrambi i gruppi sono piuttosto pericolosi. Sta a ognuno di noi bilanciare rischi e cautele.

Il secondo principio è un invito a essere bendisposti nell’interpretare le ragioni di coloro che scelgono la riservatezza. Le persone di buon carattere hanno validi motivi per scegliere la riservatezza. Le persone di qualità non si uniranno mai a un movimento pieno di gente paranoica che li accusa delle cose più sordide — vigliaccheria, tradimento — solo perché esse desiderano proteggere la propria identità. Le persone ragionevoli avranno paura di venire esposte e pian piano lasceranno l’ambiente.

Tuttavia, sebbene dobbiamo sempre rispettare le decisioni delle persone di rimanere anonime, dobbiamo anche cercare di spingere le persone a trascendere i propri limiti abituali: a fare di più per la causa e a farlo più esplicitamente. Dopo la nostra vittoria, sarà sicuro per chiunque professarsi un nazionalista bianco esplicitamente. Prima della nostra vittoria, sarà rischioso. Ma non vinceremo mai senza persone disposte a correre dei rischi. Incoraggeremo le persone a correre rischi maggiori. Ma non attrarremo mai persone di qualità a meno che esse non siano sicure che non avremo la presunzione di far correre loro dei rischi.

Come segno di cortesia, a loro volta gli agenti segreti del Nazionalismo bianco devono osservare due regole:

  1. C’è un motivo per cui la prima ondata di nazionalisti bianchi espliciti tende ad essere composta di persone eccentriche che hanno molto poco da perdere. Non rinfacciateglielo.
  2. Non insistete troppo su preoccupazioni legate alla sicurezza, particolarmente in pubblico, perché altrimenti rischiate di alimentare la paranoia in voi stessi e negli altri, e questo minerebbe i vostri sforzi di incoraggiare una maggiore apertura e dedizione.

Promuovere la cooperazione, evitare il settarismo

Al momento, il Nazionalismo bianco è un movimento di destra. Ma avremo vinto quando la politica identitaria bianca sarà divenuta il comune sentire dell’intero spettro culturale e politico, a sinistra, a destra, e al centro. Quel giorno verrà prima di quanto ce l’aspettiamo se riusciamo a cooperare con circoli sempre più ampi di bianchi che hanno una coscienza razziale. Ecco alcuni dei benefici della cooperazione:

Per rendere possibile una cooperazione di questo tipo, non dobbiamo far altro che imparare a lavorare con persone che condividono la nostra visione della politica identitaria bianca, anche se non condividono le nostre posizioni riguardo a tutta una serie di altre questioni. Man mano che il nostro movimento riesce a penetrare e trasformare tutta la cultura, la politica identitaria bianca potrebbe diventare l’unica cosa che ci unisce.

Ovviamente continueremo ad avere forti opinioni e disaccordi riguardo ad altri argomenti. Ma dobbiamo essere disposti a metterli da parte per collaborare gli uni con gli altri per il bene più grande della nostra razza. Questo semplice stratagemma è una chiave per assicurare il più ampio margine possibile di cooperazione e coordinazione tra i fautori della causa bianca, in modo da creare un movimento più ampio, più potente e maggiormente in grado di salvare la nostra razza.

Il principale nemico di questa cooperazione è ciò che io chiamo settarismo. Ci sono persone che insistono nel combinare il Nazionalismo bianco con una serie di aggiunte di destra — cristianesimo, paganesimo, tradizionalismo radicale, revisionismo dell’Olocausto, etc. Esse insistono che queste questioni marginali sono essenziali per la preservazione dei bianchi e le trasformano quindi in cartine al tornasole o dogmi, con effetti polarizzanti. È pressoché garantito che questo effetto creerà un movimento più piccolo, debole, stupido, povero e incapace, benché più “puro”, mentre bisogna procedere esattamente nella direzione opposta.

Si tende spesso a minimizzare questa “spirale della purezza”. Ma il problema non è la purezza. Il problema è l’incapacità di distinguere tra ciò che è essenziale e ciò che è secondario rispetto alla politica identitaria bianca. Dobbiamo mantenere puri i nostri principi cardinali. L’errore sta nel richiedere purezza anche rispetto a questioni marginali.

C’è una differenza tra un’ideologia politica e un movimento politico. Un’ideologia politica si definisce in base ai suoi principi primi filosofici. Un movimento politico si definisce in base ai suoi obiettivi e alla sua valutazione della realtà politica. È possibile che persone si uniscano allo stesso movimento politico per motivazioni ideologiche molto diverse. Insistere sulla conformità delle motivazioni è una fonte di settarismo.

Per permettere al nostro movimento di crescere, dobbiamo scoraggiare queste tendenze settarie. Al momento sono di destra, perché è a destra che il nostro movimento è nato. Ma un settarismo di sinistra emergerà inevitabilmente una volta che il nostro movimento cresce fino a racchiudere l’intero spettro politico.

Eliminare il settarismo vuol dire porre fine anche agli interminabili dibattiti su “depurazioni” ed “entrismo”. Un partito politico deve preoccuparsi dell’entrismo e può condurre delle depurazioni. Ma il Nazionalismo bianco è per lo più un movimento virtuale senza linee di demarcazione chiare tra il “dentro” e il “fuori”. Quindi non può né proteggersi dagli entristi, né epurare i dissenzienti. Parlare di queste cose è inutile dal momento che chiunque apra un account su un forum può diventare un “membro” del nostro movimento, e chiunque metta su un sito, un podcast o un canale YouTube può diventare un “leader”.

Divergenze e collegialità

Il movimento pro-bianchi dovrebbe essere tanto pluralistico quanto la società che stiamo cercando di cambiare. Saremo uniti nel nostro comune obiettivo della salvezza razziale. Ma ci saranno divergenze di ogni sorta riguardo a questioni meno essenziali, come lo stile e la tattica, oltre che gli inevitabili conflitti di personalità.

Quindi come dovremmo affrontare queste divergenze?

Un consiglio comune nel nostro ambiente è di non lottare mai tra noi. Non dovremmo mai “colpire a destra” o ripudiarci gli uni con gli altri. Piuttosto, dovremmo presentarci al mondo come un fronte unito. Sembra una proposta ragionevole. Quando si è sotto attacco, si deve cercare di unificare la propria parte e seminare zizzania tra i nemici.

Ci sono però delle condizioni importanti di cui tenere conto.

Primo: c’è una differenza tra il combattimento fisico e una battaglia di idee. Se la nostra gente viene assaltata, denunciata o perseguitata dallo Stato, dobbiamo sempre cercare di venire in suo aiuto, a prescindere da differenze di personalità o di principio. (Ovviamente dobbiamo venire in aiuto solo a vittime innocenti. Se veniamo in aiuto a persone incoscienti con la tendenza a cacciarsi nei guai, questo costituisce un pericolo morale, e non possiamo permettere a queste persone di monopolizzare le nostre poche risorse.)

Secondo: in una battaglia di idee non ha senso aspettarsi di riuscire a formare un fronte unito, particolarmente per quanto riguarda temi sui quali vi sono vere divergenze di principio. Non è “divisorio” non trovarsi sinceramente d’accordo con qualcuno. Di nuovo, il nostro obiettivo è l’egemonia delle idee pro-bianchi. Vogliamo cambiare l’intero spettro culturale e politico. Per farlo dobbiamo confrontarci con l’intero spettro culturale e politico. Ma questo significa che non possiamo trovarci tutti d’accordo su ogni singola questione, né possiamo nascondere le nostre divergenze. Anzi, è proprio dichiarando le nostre divergenze che distinguiamo i nostri approcci agli occhi del pubblico.

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Il nostro movimento deve coltivare molte voci diverse, ognuna delle quali sarà rivolta a un proprio pubblico e userà una propria strategia. Quindi ovviamente non possono tutte affermare la stessa cosa. Dobbiamo dissentire apertamente tra di noi. Dobbiamo tracciare apertamente delle linee di demarcazione. Dobbiamo criticarci apertamente gli uni gli altri. Essere aperti e franchi riguardo alle nostre divergenze è perciò essenziale per la crescita della nostra causa.

Inoltre, il nostro, oggi, è principalmente un movimento intellettuale e culturale. Il dibattito animato è la linfa vitale di questi movimenti. È ciò che ci rende più interessanti e attraenti delle correnti culturali dominanti, dove la vita intellettuale è soffocata dal politicamente corretto.

Tuttavia, c’è un modo buono e uno cattivo di affermare le divergenze. Il modo buono è quello di adottare un tono civile e tollerante, offrire una lettura generosa di una posizione opposta e poi fornire buone ragioni (fatti e argomenti validi) per la superiorità della propria prospettiva. Il modo cattivo è quello di adottare un tono paranoico e aggressivo, offrire letture pregiudizialmente ostili di posizioni opposte, e distorcere i fatti e la logica. Non dovrebbero esserci tabù quando si tratta di criticare persone o posizioni all’interno del movimento. Gli unici tabù dovrebbero riguardare le cattive idee, i cattivi argomenti, le cattive maniere, e la cattiva fede.

Dissentire su questioni di principio, difendersi dagli attacchi e denunciare quelli che danneggiano il movimento sono tutte buone ragioni per il dibattito pubblico. Inutili vendette personali, no.

Ma rifiutarsi di evitare il disaccordo tra i nostri ranghi non viola il principio di evitare il settarismo? In realtà, no. Di nuovo, c’è una differenza tra movimento politico e setta ideologica. Un movimento politico si definisce in base ai propri principi primi. Si può sostenere un movimento politico per molte ragioni diverse. Un dibattito animato ma civile su queste ragioni di fatto rende il nostro movimento più attraente per le persone che stiamo cercando di convertire.

Diventa un problema solo se le persone sono incapaci di mettere da parte queste divergenze quando si tratta di affrontare sfide comuni. La virtù della collegialità è ciò che permette a persone con opinioni diverse di collaborare in vista del bene comune. La collegialità è particolarmente importante nel nostro movimento, perché è il tipo di cooperazione che esiste tra attori indipendenti, per contro a quella che si trova tra i membri di organizzazioni gerarchiche, ai quali si possono semplicemente impartire degli ordini. La collegialità è ciò che permette a professori, prelati e politici di smettere di discutere e di mettersi a lavorare assieme quando necessario.

La mancanza del concetto di collegialità è uno dei motivi per cui certe persone nel nostro movimento vogliono imporre dei tabù contro il dibattito e il dissenso, poiché non colgono il fatto che si può combinare il dibattito intellettuale con collaborazione pratica.

Una delle ragioni per cui il nostro movimento è così litigioso e poco collegiale è che ci mancano progetti comuni e uno slancio in avanti. Il nostro movimento ha raggiunto il proprio apice in termini di collegialità con la campagna a favore di Trump del 2016. Se riusciamo a riguadagnare quella sensazione di avere un obiettivo comune, quello slancio e quell’ottimismo, le persone saranno più disposte a collaborare.

Idealismo, dedizione e sacrificio

Una questione ricorrente nel dibattito all’interno della Destra americana è: “Perché la politica si sposta continuamente a Sinistra?”[1] [9] Questo indica che la sinistra ha un vantaggio sistematico sulla destra. Io credo che questo sia essenzialmente un vantaggio morale. La Sinistra però è il male e la Destra il bene, quindi com’è possibile che la prima abbia un vantaggio morale sulla seconda? La ragione è che la Sinistra è maggiormente in grado di mobilizzare virtù morali al servizio di cattivi obiettivi. In media, le persone di sinistra sono più idealiste e hanno una maggiore dedizione e un maggior senso del sacrificio di quelle di Destra. Sono disposte a lavorare più duramente e di compiere maggiori sacrifici per conseguire i propri ideali. E a parità di condizioni, sarà la squadra che può fare maggiormente appello a queste qualità a vincere.

L’ostacolo più grande per la Destra è la morale borghese. Per l’ethos borghese il bene più alto è una vita lunga, confortevole e sicura. Per contro, l’ethos aristocratico ha come valore più alto l’onore, nel nome del quale l’aristocratico è disposto a sacrificare la propria vita e la propria ricchezza (l’uomo borghese invece è fin troppo disposto a sacrificare il proprio onore per perseguire la ricchezza ed estendere la propria vita). L’ethos borghese si oppone anche alla disponibilità degli idealisti di morire per dei principi, siano essi religiosi, politici o filosofici. La Sinistra, benché il suo sistema di valori sia del tutto materialista e antieroico, riesce comunque a creare slanci idealisti ed eroici perché nega con disprezzo l’uomo borghese.

Come movimento, dobbiamo coltivare idealisti che prendono i principi seriamente e guerrieri disposti a combattere e, se necessario, morire per il nostro popolo. Solo queste persone hanno la forza morale per iniziare a riportare lo spettro politico verso Destra — o, meglio, in una direzione pro-bianchi.

Nel suo libro Dedication and Leadership, l’ex-comunista Douglas Hyde offre alcuni utili suggerimenti per reclutare e coltivare idealisti politici.[2] [10] Primo, i giovani tendono ad essere idealisti, quindi si dovrebbero fare uno sforzo particolare per reclutarli.

Secondo: se si vuole avere molto dalle persone, bisogna richiedere molto da loro. Il Corpo dei Marines in America è sempre pieno di reclute perché la sua propaganda di reclutamento enfatizza il sacrificio e la disciplina, non i benefici di cui godono i membri.

Terzo: bisogna puntare in alto. Per chiedere alle persone di impegnarsi al massimo,  ci vogliono delle buone ragioni. Obiettivi grandiosi sono solo un problema se nell’immediato non c’è niente che si possa fare per realizzarli. Ma se si riesce a stabilire questa connessione, allora anche la fatica più noiosa improvvisamente acquisisce un significato più alto.

Una volta ho chiesto a un gruppo di nazionalisti bianchi perché si erano riuniti. Le risposte erano molte: per incontrare nuove persone, per tessere rapporti, per vedere vecchi amici, ecc. Queste ragioni erano sufficienti per farli radunare. Ma poi ho offerto loro una ragione migliore: per salvare il mondo. I nazionalisti bianchi non stanno lottando semplicemente per salvare la propria razza, dato che il benessere di tutto il mondo dipende dalla nostra vittoria. Se ci estinguiamo, a estinguersi saranno anche le balene, i condor, le tigri e le foreste pluviali. Quindi la prossima volta che partecipi a un raduno di nazionalisti bianchi, ricordati che stai salvando il mondo. Renderà il viaggio un poco più facile e meno stressante trovare parcheggio.

Richiedere dedizione a una causa più alta non prosciuga l’energia delle persone, bensì dà loro la carica. Non svuota la personalità di ognuno, ma la rende più profonda. Coloro che vivono solo per se stessi hanno vite meno pregnanti di coloro che si dedicano a una causa più alta.

Quarto: bisogna fare il possibile per essere la miglior versione di se stessi. Non c’è alcuna contraddizione tra l’essere un buon nazionalista bianco e comportarsi bene in ogni altro ambito della propria vita. Se si vuole essere buoni nazionalisti bianchi, si deve essere anche buoni studenti, lavoratori, datori di lavoro, artisti, coniugi, genitori e vicini.

Si è sostenitori del Nazionalismo bianco più credibili ed efficaci se si è apprezzati in altri ambiti della propria vita. Le relazioni personali con individui esemplari sono in genere più importanti dell’ideologia per il reclutamento di nuovi soggetti per una causa politica.

Inoltre, se ci rendiamo conto che l’impegno politico ci sta impedendo di eccellere in altri ambiti della nostra vita, allora dobbiamo rallentare e ritrovare il nostro equilibro. Questo permette agli attivisti di evitare l’esaurimento e di proseguire nella lotta.

Solo l’idealismo può dare il giusto avvio a un movimento. Solo l’idealismo può sostenerlo in tempi difficili. Ma un movimento che dipende interamente dall’idealismo esaurirà le persone e infine fallirà. Dobbiamo quindi fornire degli incentivi personali all’attivismo. Dobbiamo offrire amicizia e una comunità; dobbiamo pagare le persone per il loro lavoro, e non affidarci solo al volontariato; dobbiamo creare istituzioni economicamente autosufficienti, non solo organizzazioni benefiche; dobbiamo contrastare le armate di figure professionali nere, meticce ed ebraiche con persone che promuovono la causa bianca a tempo pieno e a livello professionale.

Il divario di intensità

Ne La seconda venuta, W. B. Yeats offre una descrizione brillante di una cultura decadente sull’orlo del collasso. Due versi sono particolarmente rilevanti per la nostra causa:

I migliori hanno perso ogni fede, e i peggiori

Si gonfiano d’ardore appassionato.

Per Yeats, la civiltà è sempre minacciata dalle forze del caos. I migliori sono i difensori della civiltà, coloro che sono là a tappare la bocca dell’inferno. I peggiori sono la marmaglia pronta ad abbattere la civiltà. Cosa succede quando i migliori non avvertono più un attaccamento appassionato verso la civiltà? Cosa succede quando questi uomini si trovano a combattere contro una marmaglia animata da un ardore appassionato? Ovviamente, a parità di condizioni, gli inferi si scateneranno, la marmaglia trionferà e la civiltà cadrà.

La stessa disparità si trova all’interno del nostro movimento oggi. Nei due decenni che ho trascorso nella scena nazionalista bianca, ho visto un susseguirsi di disastri causati da svitati appassionati e pazzoidi. Si sarebbe dovuto fermarli. Ma i migliori nel movimento non avevano la convinzione e l’intensità emozionale richiesta per contrastarli.

Oggi è il moderno sistema multiculturale che è decadente e si trova sull’orlo della distruzione. Oggi sono i peggiori — le élite che ci governano — a essere sempre meno convinti. Questa è un’opportunità enorme, perché se i migliori tra noi possono porre il movimento sul binario giusto e trovare l’intensità emotiva richiesta, allora — a parità di condizioni — possiamo vincere.

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Note a piè di pagina

[1] [12] Cfr. Greg Johnson, “Metapolitics and Occult Warfare,” in New Right vs. Old Right [13](San Francisco: Counter-Currents, 2014).    

[2] [14] Douglas Hyde, Dedication and Leadership (South Bend, Ind.: University of Notre Dame Press, 1966).