Sound as a Pound (Italian)

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English original here [2]

Uno dei movimenti politici più interessanti e originali apparsi in Italia negli ultimi anni è CasaPound Italia (CPI). Secondo il punto di vista dal quale li si guarda nel vecchio spettro politico, il gruppo da una parte rinnova l’estremismo di destra per le giovani generazioni, dall’altra sconfigge semplicemente l’estrema sinistra al suo proprio gioco “rivoluzionario” mantenendo nello stesso tempo il perseguimento di obiettivi di tendenza più tradizionali, come il legame con la famiglia, la comunità e la nazione, contro le forze di una globalizzazione senza limiti. 

Gianluca Iannone, carismatico leader del movimento, rifiuta lo spettro politico attuale e vede CPI come parte del rigetto di Terza Posizione dei vecchi concetti di destra e sinistra in favore di una politica definita in modo più organico. Le norme e i metodi del movimento sono difficili da determinare, perché prendono spunto sia dalla destra che dalla sinistra.

Questo è ancora più evidente nelle origini del movimento. Con membri provenienti da varie formazioni neofasciste e di estrema destra, il gruppo si formò con un’occupazione nazionalista nel quartiere romano dell’Esquilino nel 2003, durante la quale varie famiglie si istallarono in un palazzo appartenente al governo in quella che è la Chinatown di Roma per protestare contro gli affitti troppo alti per i cittadini italiani. L’occupazione, ovviamente, è proprio il tipo di tattica che chiunque assocerebbe a gruppi di estrema sinistra o anarchici, sebbene l’aspetto nazionalista abbia chiaramente una connotazione di estrema destra.

Il gruppo va ancora una volta fuori dagli schemi sostenendo il popolo birmano dei Karen. A volte, sembra addirittura che Casa Pound si stia investendo in un esperimento gigante di dissonanza cognitiva.

Ho contattato il leader del movimento Gianluca Iannone per email per cercare di capirne di più. Malgrado fosse molto occupato in quel periodo da varie conferenze internazionali in Svizzera e in Nord Europa, ha preso tempo per rispondere ad alcune delle mie domande. Prima di tutto volevo sapere qual’era la sua formazione e come aveva iniziato a far politica.

“Sono nato nell’Agosto del 1973 e ho iniziato l’attivismo politico con il Fronte della Gioventù ad Acca Larenzia, uno dei quartieri del centro di Roma,” mi spiega. “Da quel momento non ho più smesso di far parte di questo mondo. Sono stato giornalista fino al 1999, lavorando per TV e radio, e ho anche scritto per i quotidiani nazionali articoli riguardo conflitti internazionali, letteratura, cinema e musica.”

Il Fronte della Gioventù era la giovane ala del Movimento Sociale Italiano, un partito del dopoguerra rimasto attivo dal 1946 al 1995. Fondato dai “Fascisti Sociali,” cioè dei fascisti con propensioni di sinistra, ha continuato con l’eredita’ politica di Mussolini pur mantenendo solidi elementi anti-capitalisti. Per esempio, fece campagna per la ridistribuzione delle terre e per la condivisione dei profitti di produzione da parte degli operai, mostrando chiaramente fin dall’inizio delle tendenze di Terza Posizione. Difatti, Iannone è più favorevole all’allontanarsi dall’idea di CPI come gruppo di estrema destra che da quella di essere fascista.

“Collegare Casa Pound all’estrema destra è un pò restrittivo,” commenta. “CPI è un movimento che viene organizzato come un’associazione in favore della promozione sociale. Inizia dalla destra e passa attraverso l’intero panorama politico. Destra o sinistra sono due vecchie divisioni politiche, noi dobbiamo far nascere una nuova sintesi. ”

Il movimento, che Iannone dice includere 4000 membri e avere un supporto significativo tra gli studenti, può essere descritto al meglio come un approccio olistico alla politica che cerca di costruire delle comunità e d’interagire con vari e diversi aspetti della vita delle persone. Oltre ai problemi di fondo come quello della casa, CPI organizza cortei patriottici, campagne di solidarietà e varie attività culturali per creare uno stile di vita CPI dando origine a un sentito senso di appartenenza e d’impegno.

“CPI lavora su qualunque cosa riguardi la vita della nostra nazione: dallo sport alla solidarietà, alla cultura, e ovviamente alla politica,” aggiunge Iannone. “Per lo sport, abbiamo delle squadre di calcio e anche un accademia. Facciamo hockey, rugby, paracadutismo, boxe, jiu-jitsu brasiliano, e immersione subacquea. Abbiamo anche gruppi di escursionismo, speleologia e d’arrampicata. Per la solidarietà, abbiamo dei gruppi di pronto soccorso. Facciamo delle raccolte fondi per il popolo Karen e forniamo aiuti agli orfani e alle madri singole. Abbiamo una linea telefonica chiamata Dillo a CasaPound, attiva tutti i giorni 24 ore su 24, per dare consigli gratuiti su questioni legali e problemi di tasse. Sul fronte culturale, ospitiamo autori e organizziamo presentazioni di libri; abbiamo un gruppo di artisti, una scuola di teatro, lezioni gratuite di chitarra, basso e batteria. Abbiamo anche creato una corrente artistica chiamata Turbodinamismo. Abbiamo una casa editrice, decine di librerie e di siti internet.”

Fare campagna su questioni politiche e cercare di attrarre attraverso il voto una volta ogni tanto non è abbastanza. Un punto chiave per CPI è avere una presenza visibile e costante e un’immagine forte in un quartiere che considera come suo. Questo profilo urbano si traduce spesso nell’uso di poster e street art per appropriarsi visualmente le aree ritenute loro. Questo ricorda, in confronto, non solo i poster politici spesso usati dagli agitatori di estrema sinistra ma anche il modo in cui le gang di strada usano le “tag” per marcare il loro territorio e dissuadere altre gang. Un tale approccio segna chiaramente una differenza considerevole con la cultura politica nel Regno Unito.

“CPI lavora su dozzine di progetti e con vari metodi, dalle conferenze alle manifestazioni, dalla distribuzione d’informazioni ai poster,” spiega Iannone. “La cosa importante è generare controinformazione e occupare il territorio. E’ fondamentale creare una rete di sostenitori senza concentrarsi solo sulle elezioni. Nelle elezioni, sei in competizione con gruppi ampiamente finanziati, e con solo una o due persone elette, non puoi cambiare nulla. La politica per noi è una comunità. E’ una sfida. E’ un’affermazione. La politica per noi è cercare di essere migliori ogni giorno. Ecco perché diciamo che, se non ti vediamo, è perché non ci sei. Ecco perché siamo nelle strade, al computer, nelle librerie, nelle università, nelle palestre, sulle cime delle montagne o nelle edicole. Ecco perché siamo nella cultura, nel lavoro sociale e nello sport. E’ un lavoro costante.”

Per sostenere un approccio così vasto il movimento deve avere non solo un nucleo di attivisti laborioso e ben organizzato ma deve anche riuscire a mantenere quella considerazione sociale o “credibilità di strada” di fronte a un’opposizione sempre pronta a usare metodi estremi. Attraverso i cortei, i concerti rock, lo street art e le associazioni sportive, CPI riesce a coltivare un’immagine di movimento abbastanza tenace di fronte a ogni eventualità. Per farla breve, sono pronti alla lotta, come lo hanno dimostrato nell’ottobre del 2008, in un episodio conosciuto come “gli scontri di Piazza Navona.”

Durante una grossa manifestazione studentesca contro i tagli nell’educazione, alcuni membri del Blocco Studentesco, l’organizzazione degli studenti di CasaPound, con una mossa ben orchestrata, si sono piazzati in testa all’immenso corteo e hanno srotolato uno striscione con uno slogan di Terza Posizione – “né rossi né neri, solo liberi pensieri” – pensato per essere conciliatorio. Nell’inevitabile tafferuglio che ne è conseguito, quando gli studenti di sinistra e gli Antifa hanno reagito, il Blocco Studentesco si è mostrato disciplinato, coraggioso e organizzato nel difendersi usando sbarre e aste delle bandiere.

Anche se la violenza può aver oscurato la ragione originale di quest’ampia manifestazione, il Blocco Studentesco ha raggiunto i suoi obiettivi. Lasciando i militanti di sinistra iniziare le violenze e poi successivamente difendendosi sono stati capaci di farsi passare per la maggior parte come vittime di una selvaggia aggressione di sinistra nel racconto dei media. E, ancora più importante, dato il loro bisogno di mantenere la loro “credibilità di strada”, sono stati capaci di apparire come coraggiosi guerrieri urbani e ottenuto un’importante vittoria simbolica.

Un tale evento e il modo con il quale è stato trattato segna un marcato contrasto con l’esperienza britannica, durante la quale la politica nazionalista di strada degli anni 70 non ha fatto nulla se non coprire d’infamia i gruppi coinvolti. Probabilmente una differenza importante è che CPI porta avanti la propria politica di strada con tanto stile ed entusiasmo e con una profonda conoscenza di come tale semantica visiva funziona all’interno della loro società.

Un altro punto importante è che i media italiani sono dominati dalle società di Silvio Berlusconi: Mediaset, che comprende tre canali di televisione nazionali con approssimativamente il 50% della copertura televisiva, e Publitalia, la prima agenzia italiana di pubblicità. Berlusconi possiede anche Arnoldo Mondadori Editore, la più grande casa editrice italiana con testate come il popolare settimanale d’attualità Panorama, mentre suo fratello Paolo Berlusconi, possiede e dirige il quotidiano di centro destra Il Giornale. Ciò significa che i media sono considerevolmente meno empatici verso un programma di estrema sinistra, provvedendo di fatto a CPI lo stesso campo d’azione di movimenti equivalenti in altre aree.

Fin dalla metà degli anni 90, ci sono state varie importanti ridefinizioni – iniziate con il collasso dell’Unione Sovietica – del panorama politico italiano, il quale ha visto la scomparsa dell’allora significativo Partito Comunista Italiano, e gli scandali di corruzione di Tangentopoli che portarono alla fine della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista Italiano.

Al posto di questi vecchi partiti, un nuovo assetto politico si è stabilito, dominato da gruppi come Il Popolo della Libertà di Berlusconi e la Lega Nord che sono decisamente più di estrema destra dei loro predecessori. Questo significa che in casi come quello degli scontri a Piazza Navona, le tattiche usate da CPI non saranno eccessivamente condannate cosi come invece lo sarebbero state in una società più liberale o di sinistra come quella del Regno Unito.

Un altro esempio simile a quello di Piazza Navona è quello delle rivolte etniche avvenute a Rosarno in Calabria, la punta dello stivale italiano, nel 2010. Le crescenti tensioni etniche tra i residenti locali e l’ampia comunità di lavoratori africani – presenti nella regione per lavorare come raccoglitori di frutta – hanno portato a gravi rivolte che si sono concluse con l’allontanamento definitivo di tutti i neri dalla zona.

La risposta di CPI a questi scontri è stato l’invio immediato di una delega per mostrare la loro solidarietà con i residenti locali italiani che erano stati accusati di razzismo dalla stampa straniera. Ed ebbene questo fosse completamente al di fuori dalle strategie di estrema destra, con un vero stile di Terza Posizione, hanno anche giocato una carta apparentemente di estrema sinistra facendo appello a un intervento dello Stato per punire gli sfruttatori della forza lavoro a buon mercato.

Nel Regno Unito, un gruppo come il British National Party eviterebbe una zona di rivolte etniche come la peste oppure finirebbe con l’essere stigmatizzato dai media come stupidi fomentatori di razzismo colpevoli di distruggere l’armonia razziale esistente in precedenza.

Nonostante le tattiche di CPI mostrino stile e immaginazione evitando semplici categorizzazioni, anche i loro metodi sono lontano dall’essere evidenti. Nel sistema politico italiano, mentre la Lega Nord e Il Popolo della Libertà sono ben felici di rilasciare dichiarazioni contro l’immigrazione e il multiculturalismo, CPI non ha bisogno di concentrarsi esclusivamente sulle questioni razziali. Di conseguenza, è in grado di attenuare la propria immagine focalizzandosi su questioni riguardanti la sfera sociale.

“Politicamente proponiamo varie leggi come il Mutuo sociale, Tempo di essere Madri, o la legge contro la privatizzazione dell’acqua e tanto altro,” spiega Iannone. “Parlare di CPI non è mai facile perché tutte queste cose sono CasaPound. Tutto ciò rappresenta le nostre sfide e i nostri progetti per il presente e per il millennio.”

Il progetto di legge “Tempo di essere Madri” ha lo scopo di dare più tempo libero alle madri che lavorano senza penalizzarle finanziarmente. Se fosse adottato ridurrebbe la durata di una normale giornata di lavoro, per le donne che hanno bambini di età inferiore ai 6 anni, da 8 a 6 ore al giorno pur mantenendo lo stesso stipendio iniziale, del quale il 15% verrebbe pagato dallo Stato.

Il progetto “Mutuo sociale” crea invece le condizioni nelle quali le persone potrebbero comprare casa senza pagare interessi, trattando la questione abitativa come fondamentalmente diversa da altri problemi di proprietà. La legge comprenderebbe la creazione di agenzie regionali per costruire case e complessi abitativi su scala umana con denaro pubblico, con lo scopo di essere venduti al prezzo di costruzione alle famiglie attraverso un prestito a rate senza interessi. I rimborsi non supererebbero un quinto del reddito delle famiglie e sarebbero garantiti contro la disoccupazione.

In quanto cerca di aiutare i più indigenti e salvaguarda i beni di prima necessita’, come la casa, questa legge beneficia di un ampio supporto e indirizza un forte “cazzotto morale”, simile a quelli che, tempo fa, le leggi di sinistra contro l’ingiustizia sociale rappresentavano. Una dimensione morale così potente non solo crea una forte motivazione tra i militanti ma anche un alto grado di libertà riguardo a ciò che può essere messo in atto per promuovere la legge. Questo si traduce con una campagna risoluta e determinata. Di conseguenza, CPI non si tira mai indietro.

Le manifestazioni in favore del mutuo sociale hanno implicato metodi drammatici come l’impiccagione di alcuni manichini per rappresentare lo strangolamento economico delle famiglie italiane dai mutui, e un invasione del set della trasmissione Grande Fratello perché, come lo spiega scherzosamente la loro dichiarazione, l’alloggio gratuito del quale i partecipanti godono è un insulto alle famiglie italiane vittime della crisi immobiliare.

La sinistra cerca sempre di caratterizzare i movimenti di estrema destra, compresi quelli di Terza Posizione, essenzialmente come fanatici assassini in formazione, ma questo è molto più difficile da fare nel caso di CasaPound, malgrado l’immagine tenace di guerrieri di strada. In parte, ciò è dovuto alla differenza nella cultura italiana nei media ma anche perché l’identità’ del movimento, come suggerisce il suo nome, non si basa per la maggior parte sul rifiuto degli immigrati ma sull’idea centrale che è l’usura a essere il male assoluto. Questa è ragione del nome del movimento, che deriva dal poeta americano Ezra Pound, il quale ha frequentemente inveito contro l’usura ed era un simpatizzante del fascismo italiano.

“Ezra Pound era un poeta, un economista e un artista,” spiega Iannone parlando dell’ispirazione data da Pound al movimento, rivelando ancora una volta l’abile mix di Casapound tra messaggi di destra e di sinistra. “Era un rivoluzionario e un fascista. Ezra Pound ha sofferto per le proprie idee, è stato mandato in quella che era effettivamente una prigione per dieci anni per farlo smettere di parlare. Noi vediamo in Ezra Pound un uomo libero che pago’ per le proprie idee; è un simbolo delle ‘visioni democratiche’ dei vincitori.”

La presa di posizione anti usura di CPI è cosi’ forte che alcuni si chiedono come potrebbero gestire un sistema economico complesso se un giorno dovessero accedere al potere. Ma forse è questo il punto: vedersi come outsider politici permette loro di non limitare le nozioni populiste utopistiche e considerarle come una professione di fede piuttosto che preoccuparsi delle loro implicazioni pratiche.

“L’usura è la cosa peggiore. E’ la testa della piovra,” dice Iannone. “E’ ciò che ha dato inizio alle guerre che stanno cominciando intorno al Mar Mediterraneo, che generano immigrazione illegale e distruzione. E’ ciò che crea disoccupazione e debiti. E’ ciò che minaccia il futuro dei nostri bambini, ciò che li rende deboli e pronti al massacro.”

Nei paesi anglosassoni tali dichiarazioni contro l’usura evocano l’archetipo dell’“avido ebreo”, di tradizione antisemita, un’impressione rinforzata dall’associazione con Pound, un uomo conosciuto per le sue trasmissioni antisemite fatte dall’Italia durante la guerra. Il fatto che alcuni possano vedere l’identificazione con Pound come un codice per l’antisemitismo non preoccupa Iannone?

“Associare Ezra Pound e l’antisemitismo è una distorsione assoluta,” risponde. “E’ lo stesso per CasaPound. Non ha senso. E’ vero che siamo contro la politica d’Israele nei confronti dei Palestinesi, e contro i bombardamenti sui civili e l’embargo sull’aiuto internazionale. Dire questo non significa che siamo antisemiti. Significa analizzare i fatti.”

Nell’ecosistema politico italiano, CasaPound ha trovato lo spazio per crescere e per nutrirsi dei residui ideologici del passato, sia dalla destra che dalla sinistra. Ha trovato anche uno spazio considerevole per le proprie azioni guardando al di la’ delle urne elettorali, verso dimensioni culturali e sociali. Con un approccio cosi’ sofisticato e olistico della politica, chiedo a Iannone cosa pensa dell’ultima manifestazione inglese di politica di strada, la anti-Islamic English Defence League.

“Penso che la EDL stia prendendo la strada dello scontro di civiltà,” risponde. “A me e a CasaPound, questo provoca un certo disgusto. Se la destra inglese si riduce a questo, allora parliamo di calcio, che è meglio.”